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Perché investire nel capitale naturale?
E’ venuto il momento di fare una riflessione critica sul modo in cui il nostro attuale modello economico dello spreco sta danneggiando madre natura e accelerando il cambiamento climatico.
Data la gravità della situazione, cosa possono fare gli investitori per adattarsi a questi rischi legati alla natura? Come possono cogliere le opportunità derivanti dalla transizione verso una bioeconomia più circolare?
Ecco alcuni approfondimenti di Chris Kaminker, Responsabile di Ricerca, Strategia & Stewardship per l’Investimento Sostenibile presso LOIM, per qualche spunto di riflessione.
D1) Perché LOIM reputa importante investire nel capitale naturale?
R1) La natura è uno degli asset più produttivi della nostra economia: oltre metà del PIL mondiale dipende in misura moderata o sostanziale dalla natura, sia direttamente che attraverso le varie filiere. E’ il capitale naturale che sta alla base di questi flussi annuali e dei numerosi servizi ecosistemici, senza prezzo, che ci fornisce la natura. Il modello economico moderno sta tuttavia esaurendo rapidamente queste forme di capitale.
Molte delle industrie fortemente dipendenti dalla natura sono al tempo stesso tra le maggiori cause di questa distruzione e mettono a repentaglio anche il proprio modello di business. Investire nella natura può per contro aiutarci a sviluppare ulteriormente il capitale naturale quale uno dei motori dell’economia.
D2) Perché LOIM ritiene che gli investitori siano interessati al capitale naturale?
R2) Le opportunità d’investimento legate alla natura sono molteplici. Da un lato cerchiamo di individuare le società che stanno sfruttando le forze della natura attraverso la bioeconomia circolare. Le aziende che operano nel campo della bioeconomia integrano nei propri modelli di business materiali o idee basati sulla natura, spesso sostituendo alternative più dannose e meno circolari. È il caso ad esempio delle aziende che producono biomateriali e prodotti biofarmaceutici, oppure che seguono modelli agricoli rigenerativi.
Dall’altro, gli investimenti in forme più snelle di attività industriale generano innumerevoli opportunità legate alla salvaguardia della natura. Innanzitutto, intravediamo le opportunità correlate alla transizione verso un’economia più attenta ai risultati e basata sui servizi, che potrebbe contribuire alla dematerializzazione. Secondariamente, le aziende che promuovono l’efficienza delle risorse – ne è un buon esempio la stampa 3D – potrebbero concorrere a ridurre l’estrazione di materie prime e l’impatto ambientale. In terzo luogo, stiamo individuando società che agevolano la migrazione globale verso lo zero waste, mediante pratiche più attive di recupero e riciclaggio o tramite nuovi modelli industriali e urbani.
Gli investitori sono consapevoli che investire in questi modelli di business non solo contribuisce alla transizione verso un’economia più sostenibile e amica della natura, ma potrebbe anche rivelarsi un’autentica fonte di rendimento.
D3) In che modo LOIM trasforma questo interesse in opportunità per coloro che investono nel capitale naturale?
R3) Investiamo attivamente nella ricerca nell’ambito del capitale naturale per sviluppare nuove visioni per gli investitori, in termini di allineamento dei rispettivi portafogli ai rischi legati alla natura. Abbiamo già sviluppato capacità interne finalizzate alla valutazione dell’allineamento alla transizione climatica e stiamo estendendo questo impegno ad altri settori, come risorse idriche, disboscamento e biodiversità.
La nostra ricerca tematica si è inoltre concentrata sull’individuazione di opportunità e filiere afferenti gli investimenti nel capitale naturale. Tra i temi che stiamo considerando figurano l’agricoltura rigenerativa, le risorse idriche, l’industria forestale, la gestione dei rifiuti e le fonti energetiche rinnovabili. I risultati di questa analisi sono utili per individuare le aziende che stanno guidando la transizione.
Lo scorso novembre abbiamo anche lanciato la strategia Natural Capital, nell’ambito del nostro rinnovato impegno a favore della Sustainable Markets Initiative promossa da Sua Altezza Reale il Principe di Galles. Questa strategia cerca di riscoprire proprio quel genere di opportunità alle quali accennavamo sopra, nel tentativo di utilizzare al meglio e preservare il capitale naturale attraverso gli investimenti che essa genera.
Per saperne di più su questa tematica, è disponibile la presentazione video realizzata da Chris Kaminker in occasione del World Circular Economy Forum tenutosi a settembre in Canada, in modalità virtuale. Il suo discorso inizia 53 minuti dopo l’avvio della conferenza.
Ulteriori approfondimenti sulla nostra strategia Natural Capital sono disponibili qui.
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