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Investire nello zero waste
La nostra economia è ad oggi estremamente insostenibile per il modo in cui consumiamo, produciamo e organizziamo la nostra vita.
Attualmente, viviamo in un'economia lineare, take-make-waste, basata sull'estrazione di risorse naturali su vasta scala, con enormi ripercussioni sul capitale naturale, che non riesce non soltanto a valorizzare il potere rigenerativo della natura, ma nemmeno a proteggere la preziosa biodiversità della natura. In questo modo si perdono molte opportunità, tra cui il valore residuo che il riutilizzo dei prodotti finiti potrebbe generare e il valore dei componenti e dei materiali contenuti nei rifiuti di scarto. In Lombard Odier riteniamo che analizzare la sfida zero rifiuti, nel contesto della necessaria transizione verso un'economia CLIC™ (circolare, snella, inclusiva e pulita), possa contribuire a individuare opportunità investibili in diversi settori industriali.
Sebbene la sopravvivenza di molte industrie dipenda dalla natura, queste hanno anche una propensione a distruggerla. Dobbiamo investire in una forma di industria più snella per fare di più con meno e riconoscere anche il potenziale inutilizzato della bioeconomia circolare. Le nostre città e le nostre industrie sono oggi l'emblema dello spreco. Ogni anno produciamo oltre 2 miliardi di tonnellate di soli rifiuti urbani, l'equivalente di oltre 7.500 Empire State Building. In alcuni paesi, ogni giorno si producono fino a 4,5 chilogrammi e mezzo di rifiuti a persona1. Circa il 33% dei rifiuti che produciamo viene smaltito all'aperto, fuori dalle discariche, contribuendo all'inquinamento, ai rischi per la salute e alla perdita di biodiversità2. Inoltre, le emissioni di gas serra generate durante la decomposizione e lo smaltimento rappresentano ben il 5% delle emissioni globali3. Eppure, oltre ad essere un pericolo per l'ambiente, questi flussi di rifiuti rappresentano anche un'opportunità economica e di investimento persa.
Materiali e rifiuti: il nostro modello economico necessita di un’enorme quantità di materie prime
Fonte: Stime e calcoli di LOIM secondo OICA, the World Bank and the Global Resources Outlook.
Stando alle attuali proiezioni, entro il 2040 saranno estratti dal pianeta 160 miliardi di tonnellate di materiale. Al momento, solo il 9% di questo materiale viene riciclato, compostato o trattato per il riutilizzo, mentre il restante 91% contribuisce al graduale esaurimento delle risorse naturali4. I rifiuti globali sono pertanto destinati ad aumentare a 3,4 miliardi di tonnellate entro il 2050, il che significa che cresceranno il doppio rispetto al tasso di crescita della popolazione5. L'aumento dei rifiuti è dovuto ai mutamenti demografici, così come all'aumento dei redditi e al cambiamento dei modelli di consumo. Le regioni maggiormente responsabili dell'aumento previsto dei rifiuti, come l'Asia meridionale e alcune zone dell'Africa, sono anche tra quelle dotate di sistemi di gestione dei rifiuti meno sviluppati, che rendono ancor più urgenti gli sforzi di riduzione dei rifiuti.
Le nostre abitudini riguardo ai beni prodotti sono ampiamente insostenibili
Presto estrarremo ogni anno il peso del Monte Everest, mentre ricicleremo solo il 9% del materiale estratto
Fonte: Stime e proiezioni di LOIM secondo Global Resources Outlook 2019, Circularity Gap Report 2019, Commissione europea
Gran parte di questi rifiuti conserva un notevole potenziale economico. Ogni secondo, un camion pieno di vestiti viene bruciato o portato in discarica, nonostante nella gran parte dei casi questi vestiti siano stati indossati poco prima di essere dimessi6. Allo stesso modo, ogni anno vengono prodotti circa 54 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici ed elettrici, di cui solo il 17% viene riciclato7. Il valore delle materie prime di questo flusso di rifiuti non trattati supera USD 63 miliardi e aumenta ogni anno8.
Materiali e rifiuti: un’opportunità mancata
Il riciclaggio offre un'opportunità ambientale ed economica che sfida i modelli di produzione convenzionali
Fonte: Stime di LOIM; Global e-Sustainability Initiative; Dell; The Verge
Mentre i miglioramenti nella gestione dei rifiuti sono spesso considerati come un costo netto, tenere pienamente conto delle esternalità negative dell'inquinamento, carbon pricing incluso, cambia radicalmente l'economia della gestione dei rifiuti.
Opportunità investibili
Per la transizione verso zero rifiuti è necessario intervenire in ogni fase della catena del valore di un prodotto: dal ripensare il modo in cui consumiamo, sostituendo i prodotti con alternative superiori o un servizio; limitando l'uso di materie prime; estendendo la vita economica di un prodotto; all'offerta di adeguati sistemi di raccolta e riciclaggio al termine del ciclo di vita di un prodotto. A nostro avviso, la transizione verso zero rifiuti offre molteplici opportunità investibili, come illustrato qui di seguito:
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L'e-commerce e i mercati online stanno integrando la possibilità di rivendere gli articoli, promuovendo la possibilità di riutilizzare i prodotti e di estenderne la vita economica utile. Il riutilizzo dei prodotti rappresenta un elemento importante nella gerarchia delle strategie volte a ridurre i rifiuti ed è preferibile al riciclaggio.
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I rivenditori off-price offrono prodotti fuori stagione, in eccedenza o di seconda mano, generalmente a prezzi scontati. Nell settore della moda, noto per l'elevato turnover di magazzino e per lo scarto delle eccedenze, tali rivenditori possono aumentare la percentuale di prodotti manifatturieri che vengono venduti o rivenduti.
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I servizi di riparazione sono in fase emergente, in quanto la richiesta di forme più modulari e riparabili di prodotti di consumo ha portato al riconoscimento giuridico del "diritto alla riparazione" in alcune regioni, tra cui l'UE. I servizi vanno dalle riparazioni domestiche, alle aziende specializzate nella riparazione e nella manutenzione di attrezzature industriali o nell'assistenza per attrezzature realizzate da produttori alleati.
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Taluni fornitori leader di prodotti di consumo destinati ad avere una durata superiore offrono le migliori garanzie. Tali prodotti a lunga durata garantiscono la brand recognition per prodotti di valore e qualità superiori e si contrappongono alle strategie di business incentrate sull'"obsolescenza pianificata" e sul rapido turnover dei beni di consumo.
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Il termine "rifiuti e riciclaggio" comprende le fasi di raccolta, riciclaggio e recupero al termine della vita di un prodotto per trattare qualsiasi forma di rifiuto, che sia inevitabile, attraverso prodotti più smart o il loro riutilizzo e riparazione. Il riciclaggio assicura una seconda vita economica per i singoli componenti o i materiali che li compongono e massimizza il valore aggiunto di tali risorse naturali.
La nostra economia deve passare a un modello più circolare, snello, inclusivo e pulito (CLIC™). La transizione verso una bioeconomia più circolare potrebbe sbloccare miliardi di miliardi di valore inutilizzato. Il capitale naturale è un bene straordinariamente produttivo e dobbiamo valorizzare il suo potere e preservare la sua capacità rigenerativa. Analizzando l'esposizione dei modelli di business a un'economia in transizione verso zero rifiuti, riteniamo di poter individuare le aziende più capaci di sovraperformare e sbloccare il potenziale dell'economia CLIC™, oltre a sostenere la spinta verso un mondo più sostenibile.