L’enorme capacità della natura di assorbire anidride carbonica (CO2) testimonia in che misura l’economia abbia sottovalutato le sue risorse e i suoi servizi. Sebbene la natura assorba più del 54% delle emissioni antropogeniche (provocate dall’uomo) di CO2, le soluzioni basate sulla natura ottengono meno del 2% dei finanziamenti globali destinati al cambiamento climatico.
I nostri sistemi alimentari sono responsabili di un terzo di tutte le emissioni antropogeniche e devono far fronte a due sfide fondamentali:
- Creare catene di forniture resilienti. Entro il 2050, ad esempio, il cambiamento climatico renderà circa la metà delle attuali piantagioni di caffè inadatte alla produzione.
- Mitigare i cambiamenti climatici all’interno delle catene del valore. Soddisfare le richieste dei legislatori, delle politiche e dei consumatori di decarbonizzare e attenuare il loro impatto sulla natura. Ad esempio, le aziende che aderiscono alle Linee guida FLAG dell’SBTi si impegnano a ridurre le emissioni del 72% entro il 2050.
Qual è l’opportunità d’investimento? Poiché le iniziative di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico sono un imperativo, riteniamo che le catene del valore rigenerative svolgeranno un ruolo cruciale per la crescita e la redditività futura delle imprese e che, nel corso della loro costruzione, avranno bisogno di capitali e di know-how specialistici che possono essere reperiti tramite i private market.
1 Fonti: Why Nature, Why Now, FOLU, 2021; 2. Roe et al., 2019, Climate Policy Initiative, 2022
2 Fonte: RCP 2.6, RCP 4.5 e RCP 8.5 in base ai modelli IPCC