Le incertezze del 2025, caratterizzate dalla volatilità macroeconomica legata al varo inaspettato dei dazi statunitensi e all’altalena dei negoziati, dovrebbero cedere il passo a condizioni più stabili nel 2026. Nel nostro scenario di riferimento ci aspettiamo una crescita dell’1,5% e un’inflazione del 2% nei mercati sviluppati, con una crescita del 3,5% per quelli emergenti1. L’orientamento accomodante delle banche centrali favorirà le economie più esposte alla produzione manifatturiera, gli investimenti in IA negli Stati Uniti potrebbero stimolare la crescita senza generare pressioni inflazionistiche. In Europa gli investimenti infrastrutturali dovrebbero sostenere e rafforzare l’offerta.
A nostro avviso, i rendimenti delle varie asset class dovrebbero convergere intorno al 5%, trainati dal carry e dagli aumenti dei prezzi. Tuttavia, i rischi potenziali (come un orientamento meno accomodante della Federal Reserve (Fed) o una svalutazione dei titoli tecnologici statunitensi) confermano l’importanza delle strategie di diversificazione e convessità. Nel 2026 una crescita equilibrata richiederà portafogli ben bilanciati.
Fig. 1. Rendimenti attesi nel 2026 – globali e in Svizzera2
I nostri outlook per il 2026
A livello globale, le differenti dinamiche di rischio e rendimento tra regioni e asset class definiscono il panorama delle opportunità per il 2026. Di seguito trovate una sintesi; per un’analisi completa, potete scaricare l’outlook elaborato dai nostri CIO e dai gestori di portafoglio.
Azioni sostenibili
La tesi fondamentale: il driver primario del cambiamento sistemico rimane la superiorità economica e tecnologica.
Nonostante l’attuale concentrazione delle mega cap tecnologiche, la storia conferma che i cambiamenti di paradigma (come la transizione dai combustibili fossili all’elettrificazione) hanno come catalizzatore i vantaggi tecnologici ed economici. Nel 2026 la crescente domanda di energia da parte di industrie e trasporti, riscaldamento e Data Center farà accelerare ulteriormente la transizione verso energie pulite lungo l’intera catena del valore. L’IA è un fattore abilitante della sostenibilità e non di marginalizzazione, poiché favorisce l’elettrificazione, ottimizza l’uso delle risorse e potenzia l’accessibilità e l’efficienza economica dei servizi sanitari e finanziari. Le opportunità sostenibili nei vari settori dipenderanno da fondamentali, posizionamento degli investitori e cambiamenti normativi e tecnologici: riteniamo che molte di esse continueranno a essere sottovalutate dal mercato e genereranno alfa potenziale agli investitori con un orizzonte temporale di lungo periodo e una visione strategica.
La tesi sistematica: la decarbonizzazione reale dei portafogli crea valore inespresso.
Le strategie azionarie sistematiche che puntano alla reale decarbonizzazione dei portafogli andando oltre la semplice esclusione delle società ad alta intensità carbonica, continuano ad offrire un potenziale significativo di creazione di valore. Le società con obiettivi credibili e scientificamente validati hanno registrato rendimenti superiori rispetto ai loro peer, in particolare nei settori ad alte emissioni di carbonio in cui stanno emergendo i leader della transizione. Mentre le opportunità di sovraperformance sembrano ridursi per le società a basse emissioni, emerge con forza la tesi a favore delle società ad alte emissioni che stanno intraprendendo un percorso rapido e concreto di decarbonizzazione. Con l’accelerazione allo zero netto su scala globale e la transizione energetica che prende sempre più piede nei mercati emergenti, riteniamo che questo approccio continuerà a rappresentare un’importante fonte di valore nel 2026.
Mercati privati
Secondari, infrastrutture, sostenibilità come opportunità chiave
Nel 2026 gli asset privati continueranno a offrire resilienza e potenziale di crescita capitalizzando sulle forze strutturali dell’espansione economica piuttosto che sulle dinamiche congiunturali. A nostro avviso, spiccano tre aree di opportunità:
- i mercati secondari GP-led (General Partner) che offrono uno strumento cruciale per la liquidità nel mercato attuale, garantendo al contempo l’accesso a portafogli maturi e asset di elevata qualità;
- le infrastrutture core allineate alla transizione energetica, i cui asset offrono rendimenti indicizzati all'inflazione e cash flow a long- duration allineandosi perfettamente con le dinamiche di crescita della transizione energetica;
- le strategie specializzate orientate alla sostenibilità. La sostenibilità, evoluta da focus settoriale a fattore di integrazione nel processo di creazione di valore dell’intera economia, beneficia della domanda di capitale derivante dai consumi del ceto medio, dall’urbanizzazione e da iniziative fiscali e normative. Questi elementi sostengono l’investimento nell’agricoltura rigenerativa, nelle soluzioni di economia circolare e nelle tecnologie green.
Queste dinamiche sostengono il potenziale di crescita dei mercati privati per il 2026 e oltre.
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Obbligazioni convertibili
Trend positivi per le azioni, la volatilità e la convessità
Dopo un ottimo 2025, le condizioni di mercato permangono favorevoli nel 2026, permettendo alle obbligazioni convertibili globali di continuare a generare interessanti rendimenti corretti per il rischio. Le dinamiche azionarie dovrebbero confermarsi il principale motore di performance, sostenute dagli utili aziendali e dal contesto macroeconomico. Inoltre, l’universo delle obbligazioni convertibili continua a espandersi, alimentato da emissioni sostenute, in particolare da parte di società innovatrici lungo la catena del valore dell’IA. Tale supply ha ampliato il mercato e ripristinato la convessità intrinseca dello strumento, aumentando il potenziale di rialzo a fronte della protezione contro i ribassi, che costituisce l’attrattiva distintiva delle obbligazioni convertibili. La volatilità si trasforma in un’opportunità, anziché un rischio, e la crescente domanda da parte degli investitori favorisce ulteriormente le prospettive di questa asset class.
Hedge fund
Affrontare il nuovo ordine geoeconomico e la fragilità degli investimenti passivi
Il 2026 è atteso come un punto di svolta, segnando il passaggio dalla politica monetaria a quello della politica fiscale. Gli Stati sovrani useranno la leva economica per incentivare la crescita del PIL nominale, finalizzata alla gestione dei livelli record del debito sovrano tramite l’inflazione. Tale scenario favorisce gli attivi legati alla spesa in conto capitale e alla crescita nominale, a scapito delle obbligazioni con long-duration e della liquidità. L’incremento esponenziale degli investimenti passivi, sostenuti dal contesto di bassa volatilità, ha dato vita a una struttura di mercato fragile e prociclica, vulnerabile agli shock e alle vendite forzate degli ETF. Queste trasformazioni, che generano volatilità e dispersione, costituiscono terreno fertile per le strategie alternative. A nostro avviso, il successo degli investimenti si fonda su elementi chiave come l’identificazione dei beneficiari geoeconomici (quali le aziende esposte a IA, energia e reshoring), una rigorosa selezione dei titoli in un contesto di riduzione delle correlazioni, l’esposizione ad attivi reali e coperture inflazionistiche, oltre all’analisi dei flussi di capitali rispetto ai fondamentali sottostanti.
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Mercati asiatici
L’abbondante liquidità sostiene i trend di crescita strutturale
L’abbondanza di liquidità in Asia è un fattore strutturale destinato a persistere nel 2026, delineando un contesto di mercato favorevole. Il cambiamento strutturale apre una nuova fase per gli investitori: l’ampia disponibilità di capitali, il calo dei tassi d’interesse e il rimpatrio dei capitali esercitano pressione al ribasso sui rendimenti obbligazionari e favoriscono performance record sui mercati azionari. L’abbondante liquidità in una regione che dispone già di un alto tasso di risparmio sosterrà in modo diffuso i veicoli d’investimento. Alla luce dei progressi tecnologici, la crescita dei consumi interni e le dinamiche strutturali, nonché delle solide prospettive dell’India nel lungo termine, l’Asia si conferma un’area ricca di ottime opportunità.
Mercati svizzeri
Qualità difensiva e miglioramento delle prospettive di crescita
La riduzione dei dazi statunitensi e la resilienza della produzione manifatturiera interna dovrebbero spingere il PIL svizzero all’1,2% nel 2026, con l’inflazione in area 0-0,5%3. Sebbene la politica monetaria a tasso zero della Banca nazionale svizzera sostenga la liquidità domestica, questa limita la possibilità di ulteriori allentamenti. Tuttavia, il basso beta, la stabilità politica e le aziende innovative proteggono la Svizzera dall’incertezza globale. Sul fronte obbligazionario, il reddito fisso rimane interessante grazie al carry e alla qualità dei fondamentali, con opportunità nei titoli immobiliari e finanziari subordinati. L’equity beneficia di valutazioni ragionevoli, delle attese di tagli dei tassi statunitensi e dei temi di crescita strutturale sul mercato interno: IA, biofarmaceutica e transizione energetica.
Multi-Asset
Diversificazione e convessità per un mercato in via di normalizzazione
In un quadro di normalizzazione delle condizioni economiche globali, i portafogli bilanciati e diversificati dovrebbero sovraperformare quelli concentrati. Il nostro scenario di riferimento favorisce le strategie che combinano un potenziale di apprezzamento e un solido carry, sostenuto dall’esposizione alla duration e da posizionamenti selettivi su azioni e materie prime. Tra i rischi principali vediamo un’inflazione persistente che potrebbe mantenere i tassi elevati per un periodo prolungato e un deprezzamento del settore tecnologico a fronte delle elevate valutazioni negli Stati Uniti. La convessità sarà cruciale per apportare resilienza ai portafogli tramite strategie e allocazioni tattiche. Un aumento delle posizioni diversificate nel 2026 segnerebbe un’inversione di tendenza rispetto al periodo post-pandemia, ma in linea con le tendenze di lungo termine. Il successo in questo contesto richiederà flessibilità gestionale, overlay di gestione del rischio e interventi tattici opportunistici, talvolta perfino audaci.
Reddito fisso globale
Continua a prevalere il carry a fronte degli spread ridotti e del calo dei tassi
I tassi d’inflazione e d’interesse attuali negli Stati Uniti, superiori ai livelli neutrali, renderanno più complesso il processo decisionale della Fed. Riteniamo tuttavia che una graduale discesa verso un tasso terminale del 3% nel 2026 possa dare sostegno al reddito fisso. Tra i fattori di rischio vediamo un indebolimento dei consumi statunitensi, le elevate valutazioni dei titoli tecnologici e, se la tesi d’investimento nell’IA dovesse indebolirsi, l’aumento delle spese per l’IA finanziate mediante posizioni fuori bilancio. Con gli spread creditizi compressi per il terzo anno consecutivo, gli investitori continueranno a concentrarsi sul carry e sui fondamentali, evitando settori vulnerabili come la chimica, l’automotive e beni di consumo ciclici. I “fallen angel” e il più ampio segmento di obbligazioni BBB–BB offrono opportunità interessanti, mentre un’efficiente implementazione nell’high yield, compreso l’uso di indici di CDS per generare spread e rolldown, può contribuire a migliorare la performance.
Conclusione: un nuovo equilibrio
Nel 2026, la stabilizzazione della crescita e delle condizioni di mercato è attesa come catalizzatore per un nuovo equilibrio dei portafogli. L’evoluzione della geoeconomia, i flussi di capitale e di liquidità e l’accelerazione tecnologica sostituiranno la narrativa dominante dell’incertezza legata ai dazi statunitensi e alla supremazia delle mega cap. Al tempo stesso, l’imperativo della decarbonizzazione e altri cambiamenti sistemici legati alla sostenibilità continueranno a trasformare le catene del valore, spingendo le imprese verso nuovi modelli operativi. Crediamo che questo nuovo equilibrio richiederà una combinazione ottimale di crescita, reddito, diversificazione e convessità.