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Portafogli 60/40: capolinea?

Portafogli 60/40: capolinea?
Aurèle Storno - Chief Investment Officer, Multi Asset

Aurèle Storno

Chief Investment Officer, Multi Asset
Alain Forclaz - Deputy CIO, Multi Asset

Alain Forclaz

Deputy CIO, Multi Asset

Gli investitori multi-asset si trovano di fronte a una domanda inevitabile dopo un anno storicamente difficile per azioni e titoli a reddito fisso: il portafoglio 60/40 è arrivato al capolinea? 

 

Messaggi importanti

  • La grave – e inaspettata – recente sottoperformance del portafoglio 60/40 e delle relative varianti ha mostrato chiaramente i limiti degli approcci multi-asset tradizionali

  • Per molti portafogli bilanciati, l’allocazione del capitale maschera i rischi di concentrazione – risultando in un falso senso di diversificazione, dal momento che le strategie diventano eccessivamente dipendenti dal rischio azionario

  • A nostro avviso, la diversificazione per premi di rischio, anziché per allocazione del capitale, può aiutare gli investitori ad adattarsi ai cambiamenti imprevisti delle dinamiche del mercato e a spianare il percorso di investimento

 

Rottura

Nel 2022 le strategie multi-asset hanno patito del crollo congiunto di azioni e obbligazioni. È stato particolarmente sorprendente osservare che i portafogli conservativi che favoriscono le obbligazioni hanno registrato lo stesso calo di quelli più bilanciati o con maggiori esposizioni alle azioni: le allocazioni azionarie potevano variare del 20%-80%, ma la performance per l’anno è stata essenzialmente la stessa: compresa tra circa -17% e -20% (vedere la figura 1).

Anche la sottoperformance del 60/40 e delle relative varianti è stata ampiamente inaspettata. Nell’ambiente disinflazionistico dei precedenti 30 anni, i titoli a reddito fisso sono stati un rifugio durante i periodi di calo dei mercati azionari, con le obbligazioni sovrane come allocazione predefinita per abbassare il rischio e la volatilità dei portafogli. Questo approccio è stato il fulcro della Moderna teoria di portafoglio formulata dal premio Nobel Harry Markowitz, che ha portato all’idea largamente accettata che, nella pratica, la diversificazione sia l’unico pranzo gratis negli investimenti. In generale, l’approccio ha funzionato – anche durante la Crisi finanziaria globale, quando i profili di rischio si sono comportati come previsto (anche in presenza di performance estremamente negativa). Le strategie con maggiori allocazioni obbligazionarie hanno resistito alla tempesta meglio di quelle con una maggiore esposizione alle azioni (vedere la figura 1).

Il 2022, però, ha rotto questa relazione. Oltre a generare rendimenti simili, i profili di rischio conservativi, bilanciati e di crescita hanno seguito anche andamenti simili. La debolezza dei mercati azionari non è stata compensata dalla solidità dei mercati obbligazionari: 60/40 e parenti prossimi non hanno dato i risultati attesi.

 

FIG 1. Performance comparativa delle allocazioni azionarie-obbligazionarie: 2007-09 vs 2022
 

Fonte: LOIM, Bloomberg. le performance passate non costituiscono garanzia di risultati futuri.

 

Verità scomode

A nostro avviso, questo ha mostrato chiaramente due limiti dei comuni approcci multi-asset:

  1. Ha dimostrato come il profilo (o controllo) di rischio basato sulle correlazioni a lungo termine tra classi d’attivo possono mettere gli investitori in situazioni scomode quando queste relazioni si rompono. Le strutture di covarianza – i modelli che descrivono il comportamento congiunto dei rendimenti obbligazionari e azionari – possono essere abbastanza volatili da mettere in difficoltà anche la strategia di diversificazioni meglio concepita. Il cambiamento è continuo e il rischio incessante: prima o poi, ciò che ha funzionato per oltre un decennio ha smesso di funzionare, nel giro di pochi trimestri se non addirittura mesi.
     
  2. Molti portafogli bilanciati dipendono troppo dal rischio azionario – anche se le loro allocazioni obbligazionarie fanno sembrare che siano diversificati. Sin dai primi anni ‘70, i portafogli bilanciati hanno seguito i principali ribassi dei mercati azionari, anche se non al 100%. A nostro avviso, questo dimostra che le esposizioni di molte strategie multi-asset a vari premi di rischio avrebbero potuto essere diversificate meglio, indipendentemente dalla suddivisione del portafoglio nelle varie linee di classe di attivi (vedere la figura 2).

Per queste strategie, l’allocazione del capitale ha mascherato il rischio di concentrazione, determinando un falso senso di diversificazione.

 

FIG 2.  Le strategie bilanciate seguono le flessioni dei mercati azionari

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Fonti: LOIM, Bloomberg, solo a titolo illustrativo. Dati al 30 novembre 2022. Indici utilizzati: titoli di Stato: Bloomberg Barclays US Govt Total Return Value USD; azioni: MSCI USA. Portafoglio bilanciato: 60% azioni, 40% obbligazioni, ribilanciato mensilmente. le performance passate non costituiscono garanzia di risultati futuri. Le partecipazioni/allocazioni possono variare. 1 È un metodo utilizzato per misurare il rischio finanziario di un investimento. È l’entità o l’ammontare delle perdite subite da uno strumento finanziario da quando inizia a scendere da un punto alto fino a quando rimbalza per superare tale punto.

 

Gli investitori devono abbandonare il 60/40?

Dato il loro recente insuccesso, si devono lasciar perdere i costrutti tradizionali come il portafoglio 60/40? Per comprendere la performance dello scorso anno, riteniamo che gli investitori debbano considerare cosa ha guidato i rendimenti di questo caposaldo multi-asset su un arco di tempo più lungo.

Nella figura 3, confrontiamo la performance di un portafoglio azionario/obbligazionario 50/501 con quello che giudichiamo un obiettivo a lungo termine adeguato, liquidità sopra il 4,4%.Nel lungo periodo, il 50/50 soddisfa questo target, ma vi sono due periodi straordinari:

  • Fine anni ‘70, un periodo di tassi reali elevati e in crescita, quando ha sottoperformato del 30%.
  • Anni successivi alla Crisi finanziaria globale fino alla fine del 2021, quando i tassi sono stati al limite minimo per oltre un decennio, e ha sovraperformato del 20%.

 

FIG 3. Rendimenti a lungo termine da un portafoglio 50/50

Fonte: LOIM, Bloomberg. le performance passate non costituiscono garanzia di risultati futuri.

 

Questo porta a due conclusioni. Primo, come alla fine degli anni ‘70, il rialzo dei tassi reali ha pregiudicato il rendimento dei portafogli bilanciati per il 2022. Secondo, il 50/50 ha beneficiato dall’enorme stimolo delle banche centrali a seguito della Crisi finanziaria globale e della pandemia di Covid-19. A nostro avviso, è improbabile che un adeguamento del genere si ripeterà a breve.

Per un investitore che si sta chiedendo se è il caso di scartare il 60/40, riteniamo che questi approfondimenti rappresentino un richiamo alla prudenza. L’anno scorso non è stata la prima volta che la strategia ha sottoperformato drasticamente e le sue prospettive per gli anni a venire sembrano collegate all’andamento dei tassi reali. A nostro avviso, le prospettive sono più favorevoli rispetto a fine 2021. 

Riteniamo che la vera domanda sia in che modo è possibile concepire meglio una strategia multi-asset per ottenere un andamento più regolare – per integrare, piuttosto che soppiantare, il 60/40. 

 

Conoscere i propri diversificatori

Un’altra lezione impartita dal 2022 – unitamente alle lacune della dipendenza dalle correlazioni a lungo termine e la predominanza del rischio azionario nei portafogli bilanciati – è che la diversificazione per allocazione del capitale non è efficace al 100%. Gli investitori devono impegnarsi di più: alla fine, bisogna guadagnarsi il pranzo gratis.

Come è possibile ottenere un’autentica diversificazione? Piuttosto che affidarsi alle correlazioni a lungo termine o ai parametri di rischio, gli investitori devono considerare che non esiste alcuna garanzia che una qualsiasi classe di attivi offra costantemente riparo durante i cicli economici. Per esempio, prima che le obbligazioni divenissero il diversificatore per antonomasia durante la tendenza disinflazionistica dei decenni recenti, erano le materie prime a detenere quel ruolo nel 1970 (vedere la figura 4).

 

FIG. 4 Nuovo regime, nuovo diversificatore

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Fonte: Bloomberg, LOIM. A soli fini illustrativi. Partecipazioni e allocazioni possono variare nel corso del tempo. I risultati passati non costituiscono una garanzia di rendimenti futuri.

 

Una prospettiva diversa: investimenti basati sul rischio

Come può un investitore prepararsi per questo tipo di cambiamenti e individuarli una volta che sono in atto? Come abbiamo visto, le correlazioni a lungo termine delle classi d’attivo non possono fornire queste informazioni. A nostro avviso, comprendere e diversificare tra premi di rischio è un ottimo modo per aiutare un portafoglio multi-asset a fornire esposizioni coerenti a varie fonti di rendimento. L’approccio basato sui rischi agli investimenti in portafogli multi-asset su varie classi d’attivo – e gli adeguamenti del posizionamento dinamico eventualmente necessari – è in contrasto con i rigidi criteri di allocazione che caratterizzano i portafogli 60/40 (vedere la figura 5).

 

FIG 5. Informarsi bene: differenze tra le strategie basate sui rischi e di allocazione del capitale

Fonte: LOIM, Bloomberg. le performance passate non costituiscono garanzia di risultati futuri. A soli fini illustrativi.

 

Il fine ultimo di un approccio basato sui rischi è offrire una performance positiva e stabile durante i cicli dei mercato attraverso l’esposizione a fonti di rendimento realmente diversificate. Porre l’accento sulla stabilità e sulla diversificazione significa che è improbabile offrire i massimi rendimenti in qualsiasi condizione, ma dovrebbe offrire una buona performance in molti casi, mitigando i drawdown e regolarizzando il percorso di investimento.

 

Qualsiasi terreno, qualsiasi condizione meteo

Gli investimenti basati sul rischio hanno guidato la nostra filosofia All Roads da quando abbiamo lanciato la nostra prima strategia multi-asset a gennaio 2012. Cercando fonti diversificate di rendimento per le propensioni conservative, bilanciate, alla crescita e al rischio, i nostri investimenti vanno oltre le azioni e le obbligazioni dei mercati sviluppati ed emergenti e comprendono materie prime, volatilità, premi di rischio alternativi e anche liquidità – il diversificatore chiave quando le correlazioni si concentrano su uno di essi.

Partendo da questo universo liquido e diversificato, definiamo una asset allocation strategica bilanciata su tre macroscenari – che espandono la crescita e riducono gli shock di crescita e inflazionistici – e la integriamo con strategie dinamiche che rispondono ai mercati e ai segnali macroeconomici. Considerando il drawdown, non la volatilità, come una misura chiave del rischio, adeguiamo l’esposizione totale di portafoglio e utilizziamo coperture dei rischi estremi per gestire gli effetti delle fasi di mercato sfavorevoli. Il processo All Roads è disciplinato, trasparente e vanta un track record di miglioramento progressivo grazie al nostro programma di R&S continuo.

L’esperienza del 2022 ha rafforzato uno nei nostri principi fondamentali: cercare un’autentica – non illusoria – diversificazione grazie all’allocazione flessibile dei rischi anziché l’allocazione del capitale. Piuttosto che chiedersi se il portafoglio 60/40 sia giunto al capolinea, riteniamo che gli investitori in questo tipo di strategia debbano riconsiderare la diversificazione. Una soluzione basata sui rischi come All Roads serve proprio a questo.

 
Come implementiamo gli investimenti basati sul rischio nella nostra strategia multi-asset? Per saperne di più su All Roads, clicca qui.

Fonti

[1] Siamo consapevoli che in alcune regioni gli investitori sanno che i portafogli 60/40 sono composti per il 60% da titoli a reddito fisso; per altri, detengono il 60% di azioni. In questo caso, utilizziamo un’allocazione azionaria-obbligazionaria 50/50 per adattarla alla maggior parte degli investitori con un’allocazione multi-asset.

[2] Per ricavare questa percentuale naturale di extra rendimento, abbiamo semplicemente calcolato l’extra rendimento eccedente la liquidità necessaria per un’allocazione 50/50 bilanciata per mantenerci tanto al di sopra quanto al di sotto del target sull’intero periodo. Notiamo che questo extra rendimento sarebbe coerente con un surplus di circa il 7% per le azioni e dell’1,7% per le obbligazioni durante questo periodo, che a noi sembra ragionevole.

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