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La Transizione verso modalità di trasporto “CLIC” – il tasso di penetrazione dei veicoli elettrici è sottostimato
Per realizzare gli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi, le emissioni legate ai trasporti - fra cui quelli pesanti e a lungo raggio - si devono quasi dimezzare entro il 20501. E a tal fine serve un “decoupling” tra emissioni e crescita economica, pur continuando al contempo a soddisfare il crescente fabbisogno di spostamenti di persone e merci. Dobbiamo passare a un modello di trasporto in linea con l’obiettivo dello zero netto, guidato dalla rivoluzione digitale e che sia circolare, snello, inclusivo e pulito: l’abbiamo battezzata la Transizione verso modalità di trasporto “CLIC” (Circular, Lean, Inclusive, Clean), e crediamo che offrirà opportunità di investimento per 2 trilioni di dollari l’anno. La transizione deve essere inclusiva per tutti, ottimizzare i costi e soddisfare la crescente domanda di mobilità in un mondo post-COVID-19.
Figura 1: Oggi la mobilità segue un modello di economia dello spreco, inattiva, asimmetrica e sporca (Wasteful, Idle, Lopsided, Dirty o “WILD*”), ma deve urgentemente passare a un modello “CLIC*” (Circular, Lean, Inclusive, Clean), ovvero circolare, snello, inclusivo e pulito
I costi del COVID-19 in termini di vite umane e danni economici hanno evidenziato non solo le inefficienze del nostro attuale modello di mobilità2, ma anche l’interconnessione fra virus a diffusione aerea3 e le devastanti implicazioni sanitarie dell’inquinamento atmosferico4. Secondo stime dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), il trasporto su strada genera fino al 30% del particolato nelle città europee e fino al 50% nei paesi OCSE5. I lockdown su scala globale hanno offerto una breve tregua in molte aree urbane, con riduzioni degli ingorghi fino all’85%6 in alcune regioni e un calo dell’inquinamento atmosferico di oltre il 50%7. Anche se le abitudini di mobilità andranno lentamente a normalizzarsi con la progressiva rimozione delle misure di lockdown, crediamo che la tendenza a favore dei veicoli elettrici sia ben radicata e destinata a proseguire senza sosta, anche perché le normative locali tendono sempre più a penalizzare l’attuale modello di mobilità incentrato sui motori a combustione. E crediamo sia importante concentrarsi sulle opportunità d’investimento offerte dal modello di mobilità emergente.
Un modo relativamente semplice per decarbonizzare i trasporti leggeri e a corto raggio è rappresentato dall’elettrificazione. Recenti svolte nella tecnologia a batteria permettono di percorrere lunghe distanze con sistemi di mobilità elettrica a costi nettamente ridotti. Oggi il costo totale di proprietà offerto da un veicolo elettrico è generalmente più appetibile rispetto all’omologo con motore a combustione. In media un veicolo elettrico a batterie (BEV) costa 0,65 euro al miglio, in linea con una vettura a combustione interna equivalente (ICE). Ma alcune iniziative stanno rendendo ancora più economica la mobilità elettrica, come gli incentivi all’acquisto di BEV e misure di supporto normativo su scala locale (ad es. esenzione dalle zone a traffico limitato o tariffe di parcheggio ridotte). Ancor più attraente risulta il costo totale di proprietà dei veicoli elettrici a batterie se si pensa alle flotte aziendali (trasporto merci, mezzi di trasporto per consegne, taxi, ecc.), dato che i costi di gestione aumentano all’aumentare dei chilometri percorsi. I caricabatterie domestici sono sempre più economici e gli investimenti in infrastrutture di ricarica pubbliche sono in rapida crescita. Oggi i veicoli elettrici arrivano a coprire distanze intorno ai 500 km con una sola carica, il che attenua i timori dei conducenti circa l’autonomia del veicolo.
Crediamo che le previsioni di terzi stiano ignorando il punto di flesso verso i veicoli elettrici e sottostimando i tassi di penetrazione. In alcuni primari mercati europei, come la Germania e il Regno Unito, la domanda di veicoli elettrici ha visto una crescita a tre cifre - anche a marzo, in pieno lockdown - mentre le vendite di vetture a combustione interna sono crollate del 50%. Bloomberg New Energy Finance (BNEF) prevede un calo complessivo del 18% per le vendite di veicoli elettrici nel 2020, complice la debole domanda dalla Cina, ma conferma prospettive intatte a lungo termine8. Dal canto nostro riconosciamo gli attuali limiti in termini di capacità delle batterie, ma crediamo che saranno superati con l’accelerazione della domanda. A nostro parere, il diffondersi di normative e incentivi a livello nazionale - e sempre più a livello locale - favorirà una maggiore adozione da parte dei consumatori. Quando i costi delle batterie toccheranno il “punto di svolta” di $100/KWh nel 2023, le case automobilistiche riusciranno a portare la redditività nella produzione di veicoli elettrici a batteria al livello delle vetture a combustione interna. E a quel punto le attuali previsioni sui veicoli elettrici si riveleranno eccessivamente pessimistiche. Le auto hanno impiegato solo due decenni a sottrarre il 95% della quota di mercato ai cavalli; per la mobilità elettrica ci attendiamo una velocità analoga.
A luglio, Tesla ha scavalcato Toyota e conquistato il primato di casa automobilistica con la capitalizzazione di mercato più elevata. Ci attendiamo numerose opportunità d’investimento lungo l’intera supply chain dei veicoli elettrici, dalle attività estrattive alle celle per batterie, dalla produzione automobilistica alle infrastrutture di ricarica, fino ai semiconduttori.
In ogni caso, per una vera decarbonizzazione dei trasporti la mobilità elettrica da sola non basta: deve essere accompagnata da risparmi in termini di efficienza, in modo da ottimizzare i tragitti e ridurre gli spostamenti superflui. Ad esempio attraverso i cambiamenti modali, altro elemento essenziale per trasformare le abitudini dei consumatori e indurli a utilizzare forme di mobilità più attive e a minore impatto, come biciclette, mezzi a due ruote e microveicoli. I microveicoli elettrici sono sempre più adatti a percorrere anche distanze relativamente lunghe. Serviranno forse normative per disincentivare le forme di trasporto meno pulite e promuovere la micromobilità e la mobilità condivisa, ma crediamo che anche i gusti dei consumatori stiano virando verso un consumo più consapevole.
Ci attendiamo notevoli opportunità d’investimento in tutte le tipologie di mobilità elettrica, incluse soluzioni di micromobilità e veicoli elettrici per consegne e per trasporto merci a corto raggio. Molte città (fra cui Parigi, Londra9 e Roma) stanno attuando piani per disincentivare l’uso dell’auto dopo il lockdown e promuovere una mobilità attiva, nonché consegne di alimenti e al dettaglio a emissioni zero. Risultato: le vendite di e-bike si sono impennate e le soluzioni di micromobilità condivisa si sono moltiplicate10. Crediamo che il trend sia destinato a proseguire, dato che anche altre città stanno dedicando risorse per la ripresa a soluzioni di mobilità elettrica e condivisa. Inoltre ci attendiamo normative sempre più mirate alla decarbonizzazione dei trasporti pesanti e a lungo raggio, dove l’abbattimento delle emissioni è più difficile. Sul fronte dei trasporti pesanti e di lungo raggio, le celle a idrogeno potrebbero rivelarsi la soluzione a basso carbonio più efficiente nel tempo, anche se serviranno ingenti investimenti per abbassare i costi delle tecnologie, installare infrastrutture e garantire una produzione di idrogeno che sia “ecologica”.
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Questo potrebbe essere un momento decisivo per il trasporto, soprattutto considerando l'impatto della pandemia COVID-19. Ci riferiamo al nostro attuale sistema di trasporto come WILD, che sta per Wasteful, Idle, Lopsided e Dirty. Il trasporto deve passare a un modello CLIC, che sta per Circolare, Snello, Inclusivo e Pulito, permettendo, e anche incoraggiando, una ripresa della crescita economica e della mobilità.
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