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Meduse marinate e caffè di tarassaco: sono il nostro cibo futuribile?

Meduse marinate e caffè di tarassaco: sono il nostro cibo futuribile?
Michael Urban, PhD - Chief Sustainability Strategist

Michael Urban, PhD

Chief Sustainability Strategist
Conor Walsh, CFA - Lead Portfolio Manager, New Food Systems and Co-Portfolio Manager, Circular Economy

Conor Walsh, CFA

Lead Portfolio Manager, New Food Systems and Co-Portfolio Manager, Circular Economy

Cosa ne pensate di un pasto che prevede un amuse bouche di medusa marinata, un antipasto di spaghetti di alga kelp, un burger sintetico come entrée e, per chiudere, una tazza di caffè espresso di tarassaco?

Se vi sembra un futuro lontano, forse dovreste ripensarci, almeno secondo la ricercatrice londinese Hannah Tucker. Per i suoi clienti aziendali, la Tucker organizza cene che propongono piatti del genere e altre specialità che, a suo avviso, potrebbero diventare “tradizionali” nei prossimi decenni – persino nell’arco della nostra vita – a seconda della strada che imbocchiamo.   

 

Messaggi importanti

  • I cambiamenti radicali che investiranno i sistemi alimentari industriali su scala globale modificheranno profondamente il modo in cui produciamo, distribuiamo e consumiamo il cibo
  • Questa trasformazione risponde all’esigenza di contare su un sistema che possa sfamare il 25% di persone in più (fino a 10 miliardi) con il 20% in meno di terra (al di sotto dei 4 miliardi di ettari) entro il 2030, contribuendo al contempo a ripristinare i confini planetari1
  • Nel corso della transizione, l’intero settore agroalimentare subirà mutamenti radicali incidendo su tre temi principali: produzione e consumo di alimenti sostenibili e soluzioni abilitanti innovative. Quanto ai consumi, il passaggio a proteine alternative e a diete più sostenibili creerà interessanti opportunità d’investimento

 

Cene innovative

Hannah Tucker ha lanciato le sue Cene innovative nel 2017 per esplorare le forze ambientali, sociali e tecnologiche che rimodellano il mondo degli anni Venti del nuovo millennio e anche oltre. La ricercatrice utilizza il cibo per approfondire questi argomenti complessi in modo da renderli più accettabili a livello personale. A suo avviso, “molti alimenti che non solo amiamo, ma dai quali dipendiamo, sono estremamente vulnerabili ai cambiamenti dirompenti del clima”.

Da un punto di vista filosofico, il suo messaggio è in linea con le convinzioni alla base di New Food Systems, la strategia lanciata di recente da LOIM. Riconosciamo l’urgente bisogno di produrre minori quantità di alimenti di origine animale, di sostituire l’agricoltura industriale con prassi e tecnologie più rigenerative e di distribuire il cibo in maniera più efficiente per eliminare gli sprechi.

Tale approccio produrrà effetti che altereranno profondamente i profili di rischio e rendimento di centinaia di aziende agroalimentari quotate in borsa. E ci aspettiamo che le imprese innovative modifichino i pool di profitti esistenti e ne creino di nuovi. Secondo le nostre stime, entro il 2030 i nuovi sistemi alimentari rappresenteranno un bacino di profitti annui di USD 1’500 miliardi (a fronte dei 600 miliardi di dollari del 2021).

 

 

Meduse: le grandi sopravvissute

Hannah Tucker delinea tre possibili scenari per il nostro futuro e tutti i piatti serviti alle sue Cene innovative ne rappresentano uno.

Il primo è uno scenario di tipo apocalittico, dove la continua dipendenza da un sistema alimentare industriale – e la sua espansione – diventano i principali fattori che spingono gli ecosistemi al collasso. In questo scenario, le meduse saranno il piatto forte delle tavole, visto che sono sopravvissute a tutte le precedenti estinzioni di massa e che continuano a prosperare persino oggi, quando l’acidificazione e il riscaldamento delle acque oceaniche, con correnti sempre più lente, mettono a rischio altre popolazioni ittiche. 

Nel secondo scenario della Tucker, sfruttiamo le moderne capacità innovative per controllare la natura, spostandoci verso un sistema di vita basato su alimenti sintetici e rappresentato da burger vegetali o carne coltivata. In alternativa, potremmo utilizzare lo stesso know-how per collaborare con la natura, creando un mondo più rigenerativo reso più forte dalle moderne tecnologie. In questo mondo, potremmo mangiare spaghetti di alghe kelp e carne di bovini allevati all’aperto e senza antibiotici.

 

Abbiamo trovato abbastanza appetitosi alcuni dei piatti più anticonvenzionali delle Cene innovative. Ad esempio, l’amuse-bouche di medusa marinata aveva una consistenza simile ai germogli di soia e, sorprendentemente, non sapeva di pesce. Gli spaghetti di alga avevano un gusto neutro; di conseguenza, si sposano bene con diverse salse. Hannah Tucker li serve con un appetitoso condimento a base di miso, carote, cipolline e semi di sesamo. Nello scenario apocalittico, potrebbe essere più difficile fare affezionare i consumatori al caffè espresso di radice di tarassaco: sicuramente manca l’intensità dell’aroma...per non menzionare l’ingrediente vero e proprio. Nella migliore delle ipotesi, potremmo descriverlo come una bevanda decaffeinata dal gusto indefinito.

 

Secondo Tucker, per i nostri sistemi alimentari e la nostra vita in senso lato, scenari quali quello apocalittico, del cibo sintetico e della natura rigenerativa sono tutti possibili negli anni Venti di questo nuovo millennio e anche più in là. Lo scenario che si materializzerà dipenderà, alla fine, dalle decisioni che prendiamo oggi.

Ma una cosa è assolutamente chiara: i nostri sistemi alimentari industriali non hanno più senso.

 

I nostri regimi alimentari ci danneggiano

I nostri sistemi alimentari nuocciono al clima, alla biodiversità, alle foreste, agli oceani, alle acque dolci e al suolo. In effetti, dopo l’energia, sono quelli che maggiormente contribuiscono al cambiamento climatico, producendo oltre un terzo delle emissioni di gas a effetto serra.2 Inoltre, sono estremamente inefficienti: ad esempio ci vogliono circa 30 calorie di mangime animale per produrre 1 caloria di carne bovina. Delle calorie complessive prodotte dalle colture vegetali in tutto il mondo, solo il 55% è ingerito direttamente da esseri umani, a fronte del 36% utilizzato per mangimi animali.3

Ad oggi, abbiamo già disboscato il 50% di tutte le terre abitabili del pianeta per fare spazio all’agricoltura.4 Per trasformare il sistema alimentare globale occorre restituire alla natura 1 miliardo di ettari di quelle terre (un quinto del totale) entro il 2030.Al tempo stesso, dobbiamo trovare modi per sfamare il 25% in più di abitanti del pianeta.

La nostra strategia New Food Systems mira a cogliere le opportunità d’investimento create dalla trasformazione radicale di tutta la catena del valore alimentare, mentre ci adoperiamo per evitare lo scenario apocalittico. Focalizza l’attenzione su tre temi: 1) produzione alimentare sostenibile che prevede input agricoli biologici e sintetici; 2) soluzioni abilitanti quali le tecnologie agricole intelligenti; e 3) consumi alimentari sostenibili.

 

Mangiare più verdura

Per quanto riguarda i consumi, questa trasformazione cambierà profondamente il modo in cui gli alimenti saranno prodotti e distribuiti. Probabilmente, i maggiori cambiamenti riguarderanno piselli e legumi – che diventeranno le principali fonti di proteine – e prodotti caseari alternativi, ad esempio latte e yogurt di origine vegetale. Ma anche gli imballaggi recuperabili mediante compostaggio non saranno più l’eccezione, ma la norma.

Le meduse e le alghe kelp diventeranno alimenti base della dieta? Se da un lato è troppo presto per prevedere esattamente quali cibi saranno presenti sulle nostre tavole, dall’altro sappiamo che in futuro i regimi alimentari includeranno una maggiore quantità di proteine vegetali. Secondo la nostra analisi, il consumo di questi alimenti sta più che raddoppiando.

Tuttavia, il consumo di carne non scomparirà del tutto: i produttori sostenibili continueranno a essere vincenti in questo nuovo scenario. Ma i banchi della carne e dei prodotti caseari nei supermercati saranno fortemente ridimensionati e, nei menù, i piatti a base di carne dovranno diventare sempre più una rarità. Si prevede che l'UE e il Nord America raggiungeranno il picco della produzione di carne entro il 2035.6

La tecnologia della carne coltivata sta è già compiendo i primi passi: Singapore sarà il primo Paese ad autorizzare questi prodotti. Secondo alcune stime, bisognerà attendere anche 15 anni prima che il prezzo della carne coltivata eguagli quello delle carni tradizionali. Tuttavia, i costi si stanno riducendo notevolmente e questa tendenza probabilmente accelererà non appena le aziende all'avanguardia raggiungeranno la scala necessaria.

 

Un nuovo mondo alimentare 

A prescindere dal fatto che finiremo col mangiare più alghe kelp o nori, o persino cibi non ancora scoperti, troviamo questi sviluppi del settore alimentare estremamente interessanti. Abbandonare i nostri sistemi economici industriali non è solo desiderabile, ma è inevitabile visto che non possono armonizzarsi con i confini fisici del pianeta. Ad esempio, considerati la crescita demografica e i redditi crescenti, i terreni su cui produrre la quantità di carne necessaria cominciano a scarseggiare.

In conclusione, i sistemi alimentari sono emblematici del rapporto problematico che abbiamo con l’ambiente, ma sono anche portatori di un enorme potenziale di trasformazione che coniuga i benefici per il pianeta e la salute dell’uomo con opportunità d’investimento.

Pensiamo alle modifiche intervenute nel menù di un ristorante medio e nelle corsie dei supermercati negli ultimi dieci anni e proiettiamole nel futuro: per il cibo e i consumi alimentari, il mondo di domani sarà molto, ma molto diverso. E il potenziale di rialzo dei mercati sarà enorme.

Come investiamo in questa transizione? Cliccate qui per saperne di più.

 
 

Sources

[1]  (UNEP, 2021).
[2] (Crippa , et al., 2021).
[3] (Cassidy, West, Gerber, & Foley, 2013)
[4] (FAO, 2021).
[5] (UNEP, 2021).
[6] SystemIQ (2020)

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