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La COP15 riuscirà a garantire un Accordo di Parigi sulla biodiversità?

La COP15 riuscirà a garantire un Accordo di Parigi sulla biodiversità?

 

La COP15, la Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità, è già in corso e riunisce i governi di tutto il mondo per concordare una nuova serie di obiettivi a tutela della natura per il prossimo decennio. Il tema sta acquistando rilievo, come si evince dal documento Finance for Biodiversity Pledge, sottoscritto da 111 firmatari che rappresentano oltre USD 16’300 miliardi di attivi. I nuovi interventi politici produrranno inevitabilmente opportunità, nonché rischi, per gli investitori. Vi sono appelli affinché si raggiunga un accordo della portata di quello di Parigi che avrebbe un enorme impatto sull’allocazione del capitale privato.

 

Messaggi importanti.

  • La COP15 rappresenta il più grande vertice sulla biodiversità degli ultimi dieci anni. Il modo in cui risolvere il problema della perdita di biodiversità sta assumendo sempre più importanza e i delegati devono far fronte a un numero crescente di appelli all’intervento
  • Il tipo di interventi politici necessari avrà inevitabilmente delle ripercussioni sui vari settori economici e sui pool di profitti su scala globale
  • Il settore privato svolgerà un ruolo cruciale per il raggiungimento degli obiettivi fissati in occasione della COP15, che potrebbe presentare delle opportunità di crescita per gli investitori

 

Attenzione puntata su un rischio globale chiave

La perdita di habitat naturali sta accelerando il passo e si prevede un ulteriore peggioramento in circostanze normali. Questo tema ha fatto il suo debutto nell’agenda del G7 all’inizio dell’anno e tutti i Paesi hanno avanzato promesse in merito al ripristino e alla conservazione. Secondo il Rapporto sui Rischi Globali 2022 del World Economic Forum, la perdita di biodiversità è uno dei tre principali rischi in termini di probabilità e impatto per i prossimi dieci anni.

L’obiettivo principale della COP15 è quello di adottare un quadro di riferimento globale post-2020 in materia di biodiversità nell’intento di arrestare e invertire la perdita di biodiversità entro il 2030. Questo quadro di riferimento dovrebbe definire 21 obiettivi e 10 traguardi, che spaziano dall’attuazione del recupero e della conservazione delle specie alla riduzione dell’inquinamento a livelli di sicurezza, che i governi devono conseguire entro la fine del decennio. L'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) indica che per raggiungere questi obiettivi probabilmente saranno necessari almeno USD 200 miliardi all’anno.

Le soluzioni basate sulla natura sono imprescindibili per conseguire un terzo della mitigazione necessaria per il rispetto dell’Accordo di Parigi, evidenziando il legame intrinseco tra la perdita di biodiversità e il cambiamento climatico. Tuttavia, sebbene negli ultimi anni siano stati presi svariati impegni globali intesi alla riduzione delle emissioni, gli accordi politici mirati alla tutela e al ripristino della biodiversità, e del capitale naturale più in generale, finora hanno ricevuto meno attenzione.

La COP15 costituisce un importante catalizzatore per gli interventi politici necessari per invertire la perdita di biodiversità. Il settore della finanza cerca soluzioni, come lo sviluppo di “biocrediti”: unità di misura che tengono traccia degli interventi di conservazione e dei risultati e che possono potenzialmente migliorare il tracking e la trasparenza. Inoltre, se i governi scelgono di intensificare gli sforzi per salvare la natura, le società con modelli operativi sostenibili sarebbero destinate a trarne beneficio. Gli investitori dovrebbero prestare attenzione a questi segnali favorevoli in termini di politiche, in particolare a qualcosa di tanto autorevole quanto un Accordo di Parigi per la biodiversità.

 

I cambiamenti in termini di politiche influiscono sulle strategie di investimento

Nell’ultimo anno le politiche che mirano a preservare e ripristinare il capitale naturale sono diventate leggi o hanno fatto progressi, sebbene il cambiamento climatico abbia continuato a essere predominante nell’agenda della sostenibilità. Può essere utile capire quali passi avanti siano già stati realizzati al fine determinare cosa è necessario ottenere dalla COP15. Ad esempio, a giugno 2022, l’Unione Europea (UE) ha proposto una legge a favore della natura, la Nature Restoration Law, che si propone di risanare l’80% degli habitat danneggiati e di ridurre del 50% l’impiego di pesticidi. Si tratta di un pilastro della strategia sulla biodiversità e uno dei principali fattori di stimolo della domanda di investimenti allineati agli sforzi di integrazione della natura nelle aree urbane.

Nel 2022, i tre temi su cui si sono concentrati i responsabili delle politiche sulla natura sono stati la plastica, le risorse idriche e il disboscamento. Di seguito riportiamo una panoramica dei principali sviluppi.

 

 

E ora?

I principali artefici dell’Accordo di Parigi si sono appellati ai leader mondiali per la sottoscrizione di un accordo globale per la biodiversità che sia ambizioso, basato sulla scienza e completo quanto il noto impegno sul cambiamento climatico. Un concordato dettagliato come l’Accordo di Parigi offre alle imprese private una serie di obiettivi comunemente accettati ai quali allineare i flussi di capitale. Un impegno analogo verso la conservazione e il ripristino della biodiversità offrirebbe una significativa opportunità di crescita ai fornitori di soluzioni del settore privato, nonché un quadro di riferimento entro il quale operare.

Le Nazioni Unite prevedono che il settore privato svolgerà un ruolo cruciale nel contenimento della perdita di biodiversità poiché questo è riconosciuto come uno dei principali rischi operativi. Le società e gli investitori hanno l’opportunità di svolgere un ruolo fondamentale per il miglioramento dei modelli di produzione e consumo alimentare al fine di creare nuovi sistemi alimentari sostenibili. Alla COP15, il settore privato probabilmente, e giustamente, sarà visto come un fattore cruciale per la formulazione e l’attuazione del quadro di riferimento globale post-2020 in materia di biodiversità.

La COP15 ha il potenziale di raggiungere un grande traguardo nella transizione verso un modello CLIC® che opera entro i limiti planetari e contribuisce a ripristinarli. Questa transizione sta radicalmente trasformando l’economia globale, incluso il modo in cui le società fanno affari e gli individui consumano, il che presenta dei rischi e delle opportunità per gli investitori. Le società che sono allineate a questa transizione sono destinate a beneficiare di notevoli vantaggi competitivi e opportunità di crescita. Tali vantaggi vengono ottimizzati tramite gli interventi politici come quelli che dovrebbero fare seguito alla COP15. Se il vertice riuscisse a realizzare un Accordo di Parigi sulla biodiversità, gli effetti sull’allocazione del capitale sarebbero notevoli.

 

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