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Plastic wrap: ampliare la scala del riciclo e promuovere la produzione di biomateriali

Plastic wrap: ampliare la scala del riciclo e promuovere la produzione di biomateriali
Christopher Tritten - Head of Private Equity

Christopher Tritten

Head of Private Equity
Victoire Carous - Senior Investment Manager & Co-Lead, LOIM Plastic Circularity

Victoire Carous

Senior Investment Manager & Co-Lead, LOIM Plastic Circularity
Antoine Bihi - Research Analyst

Antoine Bihi

Research Analyst
Khangzhen Leow - Senior Sustainability Analyst

Khangzhen Leow

Senior Sustainability Analyst

Benvenuti a Plastic wrap, la nostra rassegna bimestrale che esamina i progressi scientifici, le politiche e le attività aziendali che svolgono un ruolo fondamentale nella creazione di una catena del valore circolare della plastica.

I principali argomenti di questo numero: CDP, specialista in indicatori ambientali, pubblica dati sulla plastica sulla sua piattaforma di comunicazioni sociali; ricerca sull’allineamento della produzione globale di plastica con i confini planetari; forte impulso al biomanufacturing negli Stati Uniti; e finanziamenti a imprese innovative che operano nei settori della moda, delle superfici sportive e delle soluzioni di riciclo basate sull’IA.

In quanto specialisti di private equity focalizzati sugli investimenti orientati alla crescita in questo settore, notiamo con piacere che, alla luce dei rischi finanziari provocati dagli effetti dell’inquinamento sull’ambiente, altre società di gestione patrimoniale rivolgono un appello alle principali aziende di beni di consumo come Amazon, McDonald’s e PepsiCo,1 invitandole a ridurre la loro dipendenza dalla plastica. In un articolo che illustra le motivazioni sottostanti questa coalizione, il Financial Times ha fatto riferimento alla nostra strategia Plastic Circularity in quanto strumento focalizzato sulle “trasformazioni necessarie” per rendere sostenibile la catena del valore.

 

Messaggi importanti

  • La ricerca mostra che per allineare la produzione della plastica ai confini planetari, la percentuale del riciclo deve raggiungere il 75% e i materiali come i combustibili fossili devono essere sostituiti.
  • Nell’ambito di un audace programma di promozione del biomanufacturing, gli Stati Uniti mirano a produrre il 90% della plastica usando i biomateriali, mentre i legislatori europei puntano a rendere illegale il greenwashing
  • Tra le aziende innovative che di recente hanno lanciato operazioni di finanziamento, figurano un fornitore di tecnologia IA per il riciclo della plastica e un fornitore di tessuti riciclati per le case di moda

 

Scienza

I rifiuti di plastica riciclati sono in grado di sostenere la produzione futura della plastica su scala globale? I ricercatori del Politecnico Federale di Zurigo (ETH), dell’Università della California e della RWTH Aachen University hanno esaminato la possibilità che 14 materie plastiche sfuse – che comprendono il 90% della plastica prodotta in tutto il mondo – siano realizzate con metodi di produzione circolare che rispettino i confini planetari.

La possibilità esiste, ma solo se si realizzano tre condizioni chiave:

  1. riciclare almeno il 74% della plastica. In Europa, attualmente la percentuale di riciclo è solo del 15%
  2. migliorare i processi di riciclo, tra cui quelli chimici per plastiche che al momento non sono riciclate, quali i poliuretani utilizzati come schiume
  3. per il 26% della plastica non riciclata, sostituire i combustibili fossili utilizzati per la produzione con il carbonio ottenuto dalla biomassa o la CO2 catturata dall’atmosfera

I ricercatori rilevano che per portare a termine tale trasformazione il 2050 è un traguardo più realistico del 2030. Inoltre, potrebbe essere necessario ridurre la domanda, attribuendo alla plastica un valore più elevato che rispecchi meglio le sue proprietà straordinarie. Ciò spingerebbe ad un utilizzo più consapevole della plastica, incentiverebbe il riciclo e renderebbe più competitive le alternative di origine biologica.

Far radicare il concetto di “gestione etica del prodotto” tra i produttori della plastica – in modo che le loro responsabilità non finiscano quando i manufatti lasciano le fabbriche ma si estendano allo smaltimento e al riciclo – significherebbe integrare la circolarità nella progettazione dei prodotti e nei processi produttivi.

Il riciclo meccanico, in cui la plastica viene “rigranulata” per dar vita a nuovi prodotti, è da tempo il processo più utilizzato per riciclare questo materiale. Tuttavia, per espandere la scala del riciclo portandola a un livello che si avvicini alla circolarità occorre fare uso di processi chimici per la produzione di monomeri con cui si creano nuovi materiali, aumentando così la gamma della plastica riciclata.

Per valutare l’impatto di un maggiore ricorso al riciclo chimico, un nuovo studio pubblicato nella rivista Resources, Conservation & Recycling analizza i flussi di materiali dei 10 polimeri più utilizzati al fine di fornire stime quantitative che indicano come i processi chimici possano far incrementare le percentuali di riciclo in Europa. Lo studio conclude che la progressiva combinazione di riciclo meccanico e chimico in Europa farebbe aumentare il tasso di riciclo fino all’80%. Utilizzando solo il riciclo meccanico, questo tasso scenderebbe a meno del 50%.

 

Politiche, normative e comunicazioni

Nell’intento di affrontare il problema del greenwashing, una legge proposta dalla Commissione europea potrebbe sostenere lo sviluppo della plastica circolare.

Il principale obiettivo della Direttiva Green Claims  è garantire che “ai consumatori vengano fornite informazioni affidabili, confrontabili e verificabili che consentano loro di prendere decisioni più ecosostenibili”. In particolare, la direttiva cerca di contrastare l’utilizzo di dichiarazioni false o infondate da parte delle imprese sulle attività svolte:

  • hanno un impatto positivo sull’ambiente o non lo danneggiano
  • nuocciono all’ambiente meno di quelle di aziende concorrenti
  • generano un minore impatto nel tempo

Qualora venga dimostrata l’infondatezza di una dichiarazione ambientale – secondo cui, ad esempio, il proprio imballaggio è composto dal 30% di plastica riciclata – la legge prevede l’applicazione di una sanzione che può arrivare al 4% dei ricavi totali generati dall’azienda nell’Unione Europea.

Con questa legge la Commissione mira non solo a prevenire il greenwashing, ma a supportare la competitività delle imprese che si sforzano davvero di diventare più sostenibili.

Al di là dell’Atlantico, il governo statunitense ha lanciato un programma di promozione del biomanufacturing con l’obiettivo di produrre, nell’arco di vent’anni, il 90% della plastica e il 30% dei prodotti chimici utilizzando biomateriali. Secondo il programma, i materiali di origine biologica sostituirebbero i materiali base costituiti prevalentemente da combustibili fossili. Per realizzare questo obiettivo, promosso da un decreto esecutivo dello scorso settembre finalizzato a stimolare il mercato delle bioplastiche, il Dipartimento della difesa ha stanziato finanziamenti per oltre 1 miliardo di dollari.

Il programma, che mira a stimolare la competitività degli Stati Uniti nella produzione dei biomateriali, comprende anche generi alimentari, combustibili e altri prodotti. Si dice che gli Stati Uniti posseggano le capacità scientifiche indispensabili per la produzione di materiali biologici, ma che la loro capacità produttiva sia inferiore a quella di Europa e Cina. Secondo McKinsey, la pipeline di capacità biologiche attualmente nota potrebbe generare ogni anno, per i prossimi 10-20 anni, “effetti economici diretti” che si aggirano sui 4’000 miliardi di dollari.

Nota soprattutto per il lavoro di raccolta di segnalazioni volontarie di emissioni di gas serra da parte delle imprese, CDP – un’azienda specializzata nell’aiutare le società a fornire dati più trasparenti riguardanti il loro impatto sulla natura – ha aggiunto la plastica alla sua piattaforma di comunicazioni ambientali. Quest’anno, 6’743 aziende forniranno dati sulla produzione e l’utilizzo delle plastiche più problematiche, ad esempio i polimeri e gli imballaggi. A partire dal prossimo settembre, i dati raccolti saranno messi a disposizione delle 740 istituzioni finanziarie con cui CDP collabora.

L’invito a partecipare a questa campagna di raccolta dati è stato diramato ai produttori di  prodotti chimici, abbigliamento, alimentari e bevande, combustibili fossili e imballaggi. Secondo Cate Lamb, Global Director for Water Security di CDP, nonostante la scala e la gravità della crisi legata all’inquinamento da plastica, molte aziende, investitori e legislatori non dispongono di “dati solidi” necessari a sviluppare “piani di transizione equi e corretti”. Inoltre, “gli investitori e i legislatori hanno bisogno di accedere a dati [sulla plastica] pertinenti, completi e comparabili riguardanti l’economia globale per poter prendere decisioni migliori”.

 

Operazioni societarie

Il finanziamento di imprese che operano nei campi della moda sostenibile, del riciclo avanzato e delle superfici sportive figura tra le operazioni annunciate di recente,1 in linea con i temi dei materiali innovativi, dei nuovi modelli di utilizzo e dei migliori sistemi di raccolta, smistamento e riciclo.

Temi e soluzioni

Miglioramento della raccolta, dello smistamento e del riciclo

Tecnologie di riciclo

 

Recycleye, un fornitore di soluzioni IA per la raccolta di rifiuti secchi misti riciclabili, ha annunciato un round di finanziamenti di Serie A per 17 milioni di dollari, coordinato da DCVC, un fondo di venture capital deep-tech. Al round hanno partecipato gli attuali investitori – Promus Ventures, Playfair Capital, MMC Ventures, Creator Fund e Atypical – e un nuovo investitore Seaya Andromeda. I proventi saranno utilizzati per espandere le attività.

Febbraio 2023

Riciclo dei tessuti

 

Negli Stati Uniti, la startup della moda Circ, specialista nel riciclo del policotone in fibre riutilizzabili, ha raccolto 25 milioni di dollari in un round di finanziamenti di Serie B per accelerare l’ingegnerizzazione di impianti industriali e far arrivare sul mercato i suoi primi prodotti. Circulate – un investitore che nel 2022 aveva partecipato al round di investimenti di Serie B di Circ, dove la domanda aveva superato l’offerta – ha confermato la sua fiducia. Tra gli altri investitori figurano l’azienda a partecipazione statale Temasek e il gigante tedesco della moda online Zalando.

Marzo 2023

Riciclo dell’erba sintetica

 

Re-Match, una società danese specializzata nel riciclo di erba sintetica per campi sportivi, ha annunciato l’intenzione di avviare un processo di delisting mediante un’operazione di buyout di private equity. Tale decisione ha fatto seguito a un’offerta di 235 milioni di corone danesi presentata da Nordic Alpha Partners e Verdane e raccomandata all’unanimità dal consiglio di amministrazione. I proventi saranno utilizzati per sviluppare ulteriormente le attività sotto la guida della nuova proprietà che vanta una grande esperienza negli investimenti in economia circolare e spazi industriali.

Marzo 2023

Materiali innovativi

Bioplastica

 

Genecis Bioindustries, una società che trasforma i rifiuti alimentari in bioplastica, vanta tra i suoi investitori Climate Pledge Fund di Amazon. Il processo produttivo di Genecis trasforma i rifiuti organici in bioplastica biodegradabile, un materiale che, secondo l’azienda, può vantare prestazioni simili alla plastica tradizionale essendo biodegradabile e non tossica e avendo un’impronta di carbonio notevolmente più bassa rispetto al materiale vergine. La società utilizzerà i proventi per ampliare le proprie attività e rafforzare i propri team.

Marzo 2023

 

Per saperne di più sulla nostra strategia di private equity Plastic Circularity, clicca qui.

Fonte

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