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Fare di più con meno
Quella in cui viviamo è un’economia globale disfunzionale che non riconosce la sua natura autodistruttiva. Si tratta di un’economia “WILD” (Wasteful, Idle, Lopsided, Dirty), ossia dello spreco, inattiva, asimmetrica e inquinante. Ma non è troppo tardi per frenare l’escalation dei danni legati al cambiamento climatico e impedire l’inesorabile distruzione delle risorse vitali della terra, il nostro capitale naturale. Per poter trasformare l’economia in quest’ottica dobbiamo comprendere e affrontare una serie di importanti dinamiche sul fronte della sostenibilità. In questo articolo spieghiamo la necessità di migliorare l’uso delle risorse e illustriamo come l’utilizzo di materiali e processi migliori e una particolare attenzione ai prodotti con vita più lunga possano ridurre il fabbisogno di materie prime e generare interessanti opportunità d’investimento.
Efficienza delle risorse significa “fare di più, con meno” e “lavorare in modo più intelligente, con meno sforzi”. Oggi consumiamo circa 13 tonnellate di materiali l’anno per ogni persona al mondo e ciò detta il fabbisogno di minerali, combustibili fossili e biomassa1. Di tutti i materiali estratti, solo una parte viene utilizzata nella produzione di beni e servizi mentre una porzione consistente va perduta. Ad esempio, per produrre una t-shirt (250 grammi) si impiegano 1.152 grammi di cotone, con una perdita di materiale intorno al 78%2. Il ricorso a materiali alternativi, tecniche di produzione ottimizzate, design leggeri e semplici da realizzare può ridurre le perdite di produzione in vari settori attenuando al contempo l’impatto negativo sull’ambiente.
In Lombard Odier riteniamo che analizzare la sfida dell’efficienza delle risorse, nel contesto della transizione verso un'economia CLIC™ (circolare, snella, inclusiva e pulita), possa aiutarci a individuare opportunità investibili in diversi settori industriali
Due soluzioni tecnologiche che possono contribuire a “realizzare di più con meno” sono i materiali avanzati e il modello di Industria 4.0. Prendiamo ad esempio il settore aeronautico: con tecniche di produzione ottimizzate si possono davvero cambiare le carte in tavola. Le tecniche tradizionali comportano infatti perdite di materiali per oltre il 90%: ogni dieci kg di materiale acquistato, solo uno approda concretamente all’aeromobile prodotto. Le nuove tecniche di manifattura additiva (come ad esempio la stampa 3D, ma non solo) consentono invece di realizzare componenti riducendo al minimo o persino eliminando le perdite di materiali. Sono tecnologie in rapido sviluppo che permettono di produrre parti di maggiori dimensioni e più complesse utilizzando diversi materiali, e quindi potenzialmente in grado di favorire processi sostenibili, e offrono interessanti opportunità d’investimento in quest’area3.
I vantaggi di Industria 4.0: riduzione delle perdite di materiali grazie alla manifattura additiva
Fonte: Digital Alloys4
Esempi di opportunità
L'ampliamento della gamma, l'aumento della complessità e delle dimensioni dei pezzi possono essere prodotti con processi additivi e aprire mercati per i produttori di attrezzature industriali, polveri e leghe metalliche, così come pezzi specializzati nel settore aerospaziale e in altri settori.
L’importanza dell’efficientamento delle risorse è un tema sempre più sentito, anche perché in tutto il pianeta l’estrazione delle materie prime procede incurante del progressivo esaurimento di riserve di risorse per noi fondamentali5. Oggi sono ben 27 le “materie prime critiche” comprese nell’elenco ufficiale dell’Unione europea: materiali di grande importanza economica ed esposti a rischi significativi sul fronte delle filiere6. Mentre alcuni, come le terre rare (utilizzate per produrre magneti, aerogeneratori e motori elettrici), godono di riserve ancora molto abbondanti, altri materiali fondamentali come zinco e stagno (che trovano impiego rispettivamente nell’edilizia e nell’elettronica) rischiano di esaurirsi nell’arco di pochi anni e altri ancora, come cobalto, nichel e rame (tutti indispensabili per le batterie e l’elettrificazione dei veicoli) seguono a ruota.
Con l’aumento dei timori sulla disponibilità (presente e futura) delle materie prime, i prezzi evidenziano da tempo una crescente volatilità. Oggi sono più volatili di quanto lo siano mai stati nel secolo scorso, ad eccezione dei prezzi dell’energia negli anni Settanta7. Le materie prime rappresentano circa il 40% dei costi delle imprese manifatturiere europee; se aggiungiamo acqua ed energia, le spese aziendali per risorse naturali salgono al 50%8. L’efficienza delle risorse costituirebbe dunque un vantaggio competitivo per i produttori, che potrebbero ridurre i costi e anche la dipendenza da mercati volatili, nonché abbassare l’esposizione ai rischi di reputazione talvolta associati all’industria mineraria e ad altre attività estrattive.
Percentuale dei costi di produzione attribuibili a risorse naturali
Fonte: Adapted from WasteEcoSmart9
Opportunità investibili
Per ridurre l’impronta in termini di materiali e i costi ad essi legati esistono due tecniche di lungo corso che ora si potrebbero ottimizzare per aumentarne l’efficacia: la razionalizzazione dei processi produttivi e un maggiore ricorso al riciclo. Con le crescenti pressioni su disponibilità e costi delle materie prime, e vista la necessità di mantenere vantaggi competitivi, si stanno facendo strada nuove soluzioni per migliorare ancor più profondamente le prestazioni su questo fronte. Riteniamo che diversi settori industriali possano impiegare molte fra le soluzioni illustrate di seguito, e che la scalabilità e le ampie possibilità di applicazione ne rafforzino le credenziali ai fini dell’investimento:
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L’Internet delle cose è spesso associato agli elettrodomestici nell’immaginario collettivo - pensiamo ad es. ai “frigoriferi intelligenti” - ma oltre a consentire funzionalità avanzate nei prodotti, i dispositivi “connessi” permettono di tracciare in tempo reale materiali e scorte offrendo opportunità di razionalizzazione. Gli investimenti aziendali rappresentano il 50% delle spese per dispositivi connessi, e il 54% dei progetti è motivato da risparmi in termini di costi10.
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Le tecniche di produzione intelligenti puntano a ottimizzare la produttività e ridurre le interruzioni non pianificate, che rappresentano costi significativi per i produttori (si stimano 50 miliardi di USD l’anno)11. Ad esempio, uno studio riferito all’industria cartaria ha rivelato che l’uso di tecnologie volte a ottimizzare la gestione dei processi di produzione e prevedere i guasti alle apparecchiature ha permesso di incrementare del 66% la produttività del personale e del 20-30% l’efficienza dei processi12.
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La manifattura additiva (come la stampa 3D) permette di ridurre gli sprechi e di realizzare design più complessi e più efficienti in termini di materiali. In alcuni settori, nuove tecniche di progettazione possono anche dimezzare il peso dei componenti13. I prezzi di alcune resine utilizzate nella stampa 3D sono scesi dell’80% nell’arco di tre anni, e di conseguenza si è ampliata la gamma di materiali accessibili e di componenti realizzabili con queste tecniche14.
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Gli imballaggi attivi e intelligenti mirano a ridurre gli sprechi, che nell’industria alimentare sono fra i maggiori responsabili dell’inefficienza delle risorse. Tra i sistemi di confezionamento ottimizzati figurano ad esempio i nanotubi e le colture bioprotettive con proprietà antimicrobiche, nonché l’uso di packaging intelligenti per monitorare le condizioni di stoccaggio e comunicare ai consumatori se gli alimenti sono ancora commestibili.
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I materiali avanzati offrono la possibilità di “alleggerire” i prodotti, grazie all’impiego di leghe ad alta resistenza o materiali rinnovabili e più ecologici. Tra questi figurano ad esempio l’acciaio a elevata resistenza (che riduce del 25% il peso del materiale rispetto all’acciaio comune), l’uso di materiali compositi in luogo di titanio e alluminio, nonché i materiali bio-ispirati.
La nostra economia deve passare a un modello più circolare, snello, inclusivo e pulito (CLIC™). La transizione verso una bioeconomia più circolare potrebbe sbloccare miliardi di miliardi di valore inutilizzato e offrire un valido contributo al processo di sostenibilità. Analizzando l'esposizione dei modelli di business a un'economia attenta alle risorse efficienti, riteniamo di poter individuare le aziende più capaci di sovraperformare e sbloccare il potenziale dell'economia CLIC™.
Fonti.