ANALISI MACROECONOMICA E DEL MERCATO
Dopo un altro anno di performance molto concentrate, gennaio 2025 ha portato una ventata di aria fresca nel mondo degli investimenti. Mentre nel 2024 i titoli Growth statunitensi e il settore tecnologico hanno monopolizzato l'attenzione degli investitori, abbiamo riscoperto che le valutazioni del mercato globale vanno oltre una manciata di titoli dello S&P 500. Incoraggiato dai segnali di ripresa della situazione economica globale dopo due anni di rallentamento, il mercato sembra aver riacquistato fiducia in una migliore distribuzione delle performance tra le varie asset class e al loro interno. La stagione delle trimestrali, o almeno le prime settimane, sostengono questa tendenza: non solo gli utili societari hanno superato le aspettative di una media del 5%, ma queste sorprese positive hanno riguardato sia l’Europa sia gli Stati Uniti. Infine, negli Stati Uniti l'inflazione resta elevata ma ha smesso di sorprendere il consensus al rialzo. Questa sequenza di eventi ha convinto Wall Street ad abbandonare temporaneamente il tema dell'intelligenza artificiale, in particolare alla luce della concorrenza a basso prezzo di DeepSeek, lasciando spazio ai titoli europei e Value.
In questo contesto l'azionario globale ha guadagnato il 3,5% circa, trainato dai titoli Value (+4,4%) e dall’Europa (Euro Stoxx +8,0%, FTSE +6,1%). Sono rimasti indietro l'indice MSCI Growth (+2,6%), il Nasdaq (+1,6%) e i titoli dei mercati emergenti (+1,6%), ancora in difficoltà nel trovare un posto nei portafogli dei principali investitori. I tassi reali a 10 anni negli Stati Uniti hanno ceduto 15 punti base, dando il via a un ampio calo dei rendimenti. Gli spread creditizi si sono ridotti in linea con la performance azionaria: L'HY statunitense ha registrato un calo di 12 punti base e lo Xover ha perso 25 punti base. Come ultimo punto degno di nota per il mese di gennaio, le materie prime sono cresciute del 3,6%, trainate in particolare dai metalli preziosi, i cui prezzi sono saliti del 7,2%. Il dollaro USA ha chiuso il mese vicino al valore da cui era partito, anche se con un notevole calo nel cambio GBP/USD di quasi l'1%.
Febbraio sarà probabilmente dominato dalla guerra commerciale tra gli Stati Uniti e i loro partner commerciali, iniziata alla fine di gennaio. La Cina continua a essere l'obiettivo principale di Washington, ma la portata del conflitto e il suo impatto su crescita e inflazione per ora rimangono incerti. La diversificazione rimane quindi essenziale, vista la maggiore incertezza registrata a fine mese.
PERFORMANCE DEL FONDO E ANALISI DEL PORTAFOGLIO
A gennaio 2025, il Fondo LO Funds–All Roads ha guadagnato lo 1,3% (classe di azioni USD NA). Nel corso del mese, l’apporto maggiore è giunto dalle azioni (45 bps), in particolare dai mercati sviluppati. Le materie prime hanno apportato 40 bps e il credito societario 20 bps, mentre le obbligazioni sovrane hanno ceduto 20 punti base, annullando il contributo positivo del debito dei mercati emergenti. Il contributo della performance degli overlay è stato trascurabile, con le nostre strategie Trend in marginale aumento e gli overlay Carry e Macro che hanno avuto andamento piatto. L’esposizione del portafoglio è stata leggermente aumentata, chiudendo gennaio al 150% circa. I nostri segnali di volatilità sono scesi per tutte le asset class, con l’eccezione delle commodity. I segnali di momentum per le commodity hanno visto un'accelerazione della tendenza al rialzo, mentre per le altre asset class sono rimasti stabili nel corso del mese: positivi per tutte, ad eccezione delle obbligazioni sovrane. Il nostro indicatore aggregato di propensione al rischio indica un contesto di Risk On, sebbene le sue componenti abbiano mostrato un'ampia dispersione a gennaio. Dal punto di vista macroeconomico, il nostro nowcaster di crescita economica continua a evidenziare una ripresa, sebbene a un ritmo più lento. I segnali sull'inflazione continuano a indicare che le sorprese su questo fronte sono attualmente positive, ma in diminuzione. Infine, i nostri indicatori di politica monetaria ci dicono che la posizione delle banche centrali dovrebbe rimanere accomodante. Tuttavia, i segnali indicano una situazione di ricalibrazione piuttosto che una serie di tagli aggressivi.